Durante la Seconda Guerra Mondiale, i Vigili del fuoco di La Spezia vinsero il torneo creato ad hoc: un titolo ufficioso, ma sulla maglia del club. La Serie A 2020/2021 è completa. Sarà lo Spezia a giocare la massima serie dal prossimo settembre, raggiungendo le già promosse Benevento e Crotone. Prima volta al top del calcio italiano per la squadra ligure. Nonostante sulla propria maglia ci sia, bene in mostra, lo Scudetto. Uno Scudetto fantasma verrebbe da dire, perchè lo Spezia nel 1944 ha vinto il titolo italiano, ma ufficioso e non ufficiale, Visto lo stop dei tornei causa Seconda Guerra Mondiale: la dittatura fascista decise per una Divisione Nazionale che avrebbe dovuto assegnare il titolo, poi disconosciuta dalla Repubblica Sociale Italiana nell’agosto dello stesso anno. Una storia a dir poco particolare, visto che a vincere il trofeo fu il Gruppo Sportivo 42º Corpo dei Vigili del Fuoco 1943-1944 di La Spezia, che giocò in sostituzione dell’Associazione Calcio Spezia (la società appena promossa in Serie A) dopo aver preso tutti i giocatori militanti nella squadra ligure. Questo video partirà tra 0:02 Titolo ufficioso, visto e considerando che lo Spezia non ha effettivamente mai giocato in Serie A: con una delibera federale arrivata nel 2002 è attribuito de facto al club promosso nella massima serie nell’agosto 2020, nonostante il VV.FF fosse un’altra società. Di fatto lo Spezia ha giocato nella prima divisione italiana dal 1921 al 1925, l’antenata della Serie A: da allora esperienze in tutte le serie, compresa la quinta, con il ritorno in Serie B nel 2006 in seguito a decenni passati tra il terzo e il quarto livello del calcio del Bel Paese. Lo Scudetto 1944 dello Spezia non è dunque ufficiale o considerato alla pari di quelli vinti in una sola occasione da Verona, Cagliari, Sampdoria, ma sopratutto Casale e Novese, partecipanti alla stessa prima divisione in cui militavano i liguri bianconeri, ma rispetto a loro realmente titolati. Senza comunque aver giocato, alla pari dello Spezia, la Serie A girone unico per come viene intesa oggi. Qualcosa con cui finalmente, dopo un’era di attesa, potrà confrontarsi la società dell’Alberto Picco.