ffxexzxyLa Spezia – Chiamatelo Serse, l’uomo del fiume. Di professione allenatore affermato, apprezzato ma anche discusso. Capace all’apice della carriera, conquistata con la gavetta dei forti, di tornare a lavorare in provincia, assaporare le atmosfere più famigliare, insegnare calcio, innanzitutto. Lui che a metà degli anni ’90, quando col Perugia fece cose enormi, aveva reso famoso un certo Maurizio Crozza, oggi il più importante comico del paese, più significativo di certi botteghini cinematografici capaci di incoronare altro. E Serse in una divertente intervista di alcuni mesi fa spiegava la sua insofferenza a quel personaggio-clone sempre grintoso, incazzato, che vinceva e perdeva le partite non per scelte tattiche ma per l’elasticità delle sue coronarie. Ci ha rinunciato Cosmi a contestare quell’imitazione così professionalmente penalizzante (anche se divertente), perché quando ti affibbiano un’etichetta, l’unica exit strategy è tralasciare. E guardare avanti.

Non è un caso che la bella e tranquilla Trapani lo abbia un po’ riappacificato con questo sport che dà e toglie con egual velocità, pelo sullo stomaco, cecità collettiva: ad un certo tempo, per alcuni tipi di personalità, meglio una provincia organizzata che tante presunte grandi piazze. Eppure, in serie A come nei dilettanti, è sempre il risultato a determinare umori e valori, e con la salvezza in tasca non avrebbe senso salire fino in Liguria per accontentarsi: “Sappiamo che quello di domani è un banco di prova probante, come lo era lo scontro col Livorno. Dovremo mettere in campo personalità, maturità, con l’ovvia consapevolezza che il 5-1 dell’andata è solo un ricordo: a quel tempo venivamo da quattro sconfitte consecutive, c’avrei messo la firma su una vittoria per 1-0 su autogol. Lo Spezia, come noi, era in un momento difficile. Domani invece si scontrano due squadre in salute”.

Il 3-5-2, ennesimo schema della stagione, per arginare il potenziale offensivo di uno Spezia che proprio venerdì a Chiavari ha visto Nenè andare in doppia cifra: “Il modulo nasce anche da una questione di “carestia”. Non ci sono questioni personali, sono partite troppo importanti. Da parte dei ragazzi ho visto la coscienza di andare a giocare su un campo difficile ad affrontare un’ottima squadra. Questo può in fin dei conti dare qualche responsabilità in più”. Sui valori dello Spezia, Cosmi non ha dubbi: “Un girone fa la situazione era diversa. Anche l’allenatore, per loro, era un altro e aveva dimostrato di poter stare benissimo nel nostro campionato. Di Carlo invece ha messo a disposizione tutta la sua esperienza, che lo ha visto allenare anche in serie A. Se poi consideriamo la loro rosa, è chiaro che vogliono giocarsi una posizione nei playoff. Attenzione ad Antonio Piccolo, uno di quelli che ha cambiato il volto di questa squadra”.

Fonte “Città Della Spezia”