Lerici, 19 giugno 2014 – da acquadimare .net:   Attilio Cozzani

gorgona_ridPoco meno di due giorni alla partenza del Trofeo Sampiero, previsto bel tempo per una regata bellissima, impegnativa e allo stesso tempo alla portata di tutti !
Nella speciale categoria riservata ad equipaggi per due persone spero di vedere tante barche perchè secondo me è bellissimo passare una nottata in compagnia di un amico e il rumore del vento.
Spero di vedervi in tanti !!!!!!
La premiazione la faremo a Luglio insieme a quella del Trofeo Mario Spagnol.
Il D.S. del C.d.V.ERIX – Davide Sampiero
Ringraziamo Davide Sampiero di questa anticipazione e a questo punto è d’obbligo, per la redazione di ACquadimare, aggiungere due parole su Vejo e Claudio, soprattutto per i nuovi velisti del Golfo dei Poeti che ancora non li conoscono. Considerato che quando si parla di grandi uomini  è difficile trovar le parole giuste, mi sono avvalso della potenza di internet e con un copia incolla da un mio vecchio articolo, per Vejo ho incollato il ricordo di un villeggiante, Paolo Angioni, che riporto parzialmente (la versione integrale la potete trovare qui).

 Allora c’erano  solo le barche dei pescatori, qualche peschereccio e lo star di Veio (in realtà del Club) bellissimo. Veio Sampiero era un bel ragazzo, simpatico, che avrà avuto una trentina d’anni. Era il presidente dello “Sport Club Lerici”, non so se la dizione è esatta, di cui ho ancora la tessera di socio onorario. Era fidanzato con Ida, una distinta signorina per bene che abitava nel palazzo nuovo sulla destra nello stradone che sale alla chiesa di S.Francesco. Veio faceva l’elettricista a bordo e ad Agosto prendeva le sue ferie.  Arrivava al Molo verso le 12 e noi ragazzini, Nenè, Stefano Varese, io ed i figli dei pescatori lo circondavamo gridando “Punt e Mes”. erix_oldIl Punt e Mes era il tuffo carpiato con rincorsa e Veio ci dava il voto, senza premio. Ci bastava il voto. Con Veio, mio fratello ed io, la mattina, armavamo lo star, che allora era la più bella e veloce barca a vela (ci piaceva tanto armare lo star, ci sentivamo importanti) e andavamo alla diga a prendere  muscoli e datteri. Ci tuffavamo (senza maschera, mai posseduta una maschera) e con il coltello che Veio ci aveva dato raccoglievamo le cozze. I datteri erano difficili da prendere perché rientravano subito nel buco scavato nello scoglio. Con qualcuno più lento riuscivamo. Alle due eravamo al Molo e poco dopo a casa. Mamma ci attendeva per fare la zuppa di cozze con il pane abbrustolito. Nel ’96, mi pare, sono stato in giornata a Lerici e sono andato alla piazzetta del Castello (tutte la case ristrutturate dai Milanesi), ho cercato un po’ di gente. Tutti morti. Sono andato in chiesa, ho domandato alle donne e agli uomini più anziani e qualche notizia l’ho avuta. Cercherò di fare uno sforzo e mettere assieme altri ricordi .»

Per quanto riguarda Claudio, invece, sono poche le cose da dire, al suo Circolo era amato da molti ed era sempre pronto ad aiutare chi aveva bisogno senza chiedere nulla in cambio, era anche un pò brusco quando serviva, ma era un padre, un nonno, che oggi sarebbe orgoglioso dei risultati dei suoi ‘nipotini’ velisti… che continuano la tradizione dei Sampiero!