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Di Andrea Catalani – Quelle onde che Kalil Irving guardava dal velivolo della Ryanair non erano quelle della Manica, bensì quelle che separano la penisola italica dalla Sardegna, che gli sono magari apparse curiose lungo il volo di andata e invece cupe al ritorno: chissà che quella sconfitta col Sestu nell’avvio dei playoff per la B2 non gli abbia fatto rimpiangere il mare non distante da casa, dalla sua Canterbury e dal suo Kent, in fondo a ridosso di Londra.

“Ma no – Irving sdrammatizza subito – siamo una grande squadra e sono convinto che senza viaggi di mezzo già sabato prossimo contro Fabriano, peraltro appena sconfitta in casa da Firenze, saremo già in grado di alzare il livello del nostro rendimento. Penso non ci sia di che preoccuparsi.

Sarebbe bello chiudere con un’ulteriore promozione, in B dopo quella in Serie C Gold, benché in Inghilterra tu giocassi in A negli Uni of Wore Bucs, quello che è stato il tuo primo anno in Italia e si spera non l’ultimo…
L’adattamento al vostro basket non è stato semplice, soprattutto perché i vostri arbitri parlano pochissimo inglese, ad ogni modo ci ho fatto il callo e in generale mi ha senza dubbio aiutato parecchio l’ambiente che vige in seno alla squadra.

Così difficile imparare l’italiano?
Al di fuori del parquet la questione è diversa, qualche parola della vostra lingua la so, pressoché tutti i miei compagni di squadra un po’ della mia la parlano e ciò è più che sufficiente per capirsiì. Il resto l’ha fatto Sarzana, che è un gran bel posto.

A proposito com’è la tua tipica giornata “sarzanese”?
Il mio lavoro mi tiene assai occupato e al di là degli allenamenti faccio molta palestra. Poi passo molto tempo in casa a studiare, Marketing, anche via Internet.

Non si soffre la preponderanza in Italia del calcio rispetto alla pallacanestro?
Beh, come pallone in Regno Unito non è che siamo da meno benché io non me ne senta veramente coinvolto, comunque tifo per il Manchester United

Fonte “Gazzetta Della Spezia”