tmvwubr5La Spezia – Da sette anni nel consiglio di amministrazione del “suo” Spezia. L’aggettivo possessivo non è un vezzo, in questo caso davvero no. L’amore nei confronti della sua città, la Spezia, era anche l’amore nei confronti della sua squadra di calcio per Marco Simonetti. Lo Spezia Calcio dalle maglie bianche, che seguiva da tempi non sospetti, prima di essere cooptato dal corso targato Gabriele Volpi e Social Sport. In tribuna d’onore ogni volta che poteva, tra i meno avvezzi ad apparire ma tra i più assidui su quegli spalti, nonostante gli impegni di un manager dal profilo internazionale.
Quanto perde la città con l’improvvisa scomparsa del vicepresidente Contship Italia è perfino difficile da concepire. Di certo non sono lacrime di circostanza quelle che oggi versa il club di Via Melara, dove Marco Simonetti era da molti indicato come il prossimo presidente. Finito l’interim di Andrea Corradino, che l’aveva nominato vicepresidente il 29 gennaio scorso, era proprio il manager ad essere considerato il primo della lista alla successione al prossimo giugno in virtù di una stima ampiamente condivisa.

Il calcio da guardare, il basket da giocare. Negli anni Settanta era stato una grande promessa della pallacanestro con lo Spezia Basket prima che un infortunio, guarda caso proprio a un ginocchio, lo mettesse a riposo anzitempo. Su quel ginocchio infortunato avrebbe lavorato da preparatore atletico Federico Leporati, con cui poi si sarebbero ritrovati uno da direttore tecnico dell’atletica spezzina, l’altro da dirigente della Contship diventata uno dei primi sponsor del sodalizio biancorosso e aiutata a diventare una realtà di livello nazionale tra i giovani. Al tennis, e al Circolo Tennis Spezia, sarebbe invece arrivato attraverso una delle figlie, giocatrice.
Tanto sport praticato insomma nella vita di Simonetti. Nel cda dello Spezia Calcio sarebbe arrivato nel maggio del 2009. Nella sala conferenze dell’allora Jolly Hotel nasceva uno schema che lo Spezia avrebbe seguito fino ai giorni nostri pur nel vortice dei nomi e delle poltrone. Per paradosso allora Simonetti non era presente a causa di un’influenza, ma poi sarebbe rimasto dentro per sette anni filati in mezzo al via vai. In questo lasso di tempo, la mano di Contship a sostegno del settore giovanile aquilotto, anche per suo diretto interessamento. Poi quattro mesi fa la chiamata alla vicepresidenza, anticamera per vedersi offrire la poltrona da numero uno del club dopo la proprietà.

Il tutto nell’ottica di un nuovo organigramma che dovrebbe vedere l’entrata di un direttore generale “di campo”: il nome di Guido Angelozzi è ancora lì, ma alla fumata bianca mancano qualcosa più dei dettagli. Un presidente tifoso in cui tutti gli spezzini avrebbero probabilmente potuto riconoscersi, come in lui si sono riconosciuti i dipendenti Contship con cui non ha mai creato barriere di status da dover scavalcare per poter dialogare. Come a lui hanno tributato un pensiero il presidente della Lega di serie B Andrea Abodi, il direttore generale Paolo Bedin e tutte le società cadette a partire dal Bari che “si stringe al dolore della famiglia Simonetti e di tutto lo Spezia Calcio”. Lo Spezia lunedì avrà una fascia nera al braccio, mai come in questo caso lontana dalla retorica.

Fonte “Città Della Spezia”