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Una corsa che non si può che considerare ai limiti delle possibilità umane e per capirlo bastano pochi numeri: 898km con 55.000mt di dislivello da percorrere in una unica tappa, con solo poche ore di sosta.

Cristina Tasselli, spezzina, e Marco Mori, genovese, per portare a termine l’impresa hanno impiegato 334 ore e 9 minuti (13 giorni) conquistando, rispettivamente, il 3° posto assoluto tra le donne, 1° delle italiane, ed il 9° assoluto tra gli uomini.

 

Dei 350 atleti in gara, provenienti da cinque continenti ed esperti di corsa in montagna o nel deserto, solo in 65 sono riusciti ad arrivare al traguardo.

La competizione si svolge nel Sud dell’Europa, sui Pirenei, al confine tra Francia e Spagna, lungo il sentiero GR10 che da Le Perthus sul Mediterraneo conduce ad Hendaye sull’Atlantico. Si chiama TransPyrenea ed è alla prima edizione, una prima assoluta di corsa lungo tutto il GR10, non stop giorno e notte, salendo e scendendo per montagne alte anche 3.000 metri per un totale di 55.000mt di dislivello. La distanza è quella percorsa in 21 maratone su strada ma con un dislivello che equivale a salire e scendere 11 volte di fila il Monte Bianco, la montagna più alta di Europa.

La gara richiede di portare sulle spalle uno zaino di numerosi chili, orientandosi autonomamente in montagna e gestendo l’autosufficienza alimentare tra un punto di controllo e l’altro: 22 check point e 4 basi vita distanti anche oltre 60km l’uno dall’altro.

I due atleti liguri della Trail Running Movement, con numerose gare internazionali e vittorie alle spalle, si sono preparati a lungo, allenandosi 7 giorni su 7, prima e dopo il lavoro, macinando fino a 250 km la settimana e seguendo un regime alimentare, un programma di allenamento ed una preparazione atletica e mentale curati nei minimi dettagli.

“Per riuscire ad affrontare l’impresa, riposandosi solo poche ore al giorno, ci sono voluti anni di allenamento e uno interamente dedicato all’impresa. – racconta Cristina Tasselli – Sono state utilizzate alcune tecniche innovative per sviluppare l’endurance, cioè la capacità di gestire lo sforzo atletico per giorni consecutivi. Per quanto riguarda il sonno, abbiamo ridotto i tempi di riposo ad una media di 2 ore ogni 18-20h di corsa. Mentre sui materiali abbiamo condotto una vasta ricerca scegliendo quelli più resistenti ed, al tempo stesso, leggeri”

Marco Mori aggiunge “Abbiamo studiato le tecniche di allenamento dei campioni ultra maratoneti di tutto il mondo, ma anche quelle dei Marines americani e dagli Skipper internazionali, che attraversano in solitaria gli oceani. I dati sono stati confrontati con alcune ricerche medico-scientifiche sugli sport di endurance condotte dal CNR di Pisa, coadiuvate dalla dottoressa Lorenza Pratali, ed infine rielaborati per creare un nostro protocollo TRM. Il protocollo sarà, quindi, integrato con i risultati dei test medici e psicologici a cui sono stati sottoposti gli atleti durante la competizione, 30minuti per 5 volte”.

Il momento più difficile? “Per tutti i concorrenti, è stato quando si sono formate le lesioni alla pelle dei piedi (vesciche e tagli), a causa del maltempo, del caldo e della tecnicità dei terreni, che in alcuni casi hanno portato a infezioni e conseguentemente hanno imposto il ritiro”, ricorda Cristina Tasselli.

Ed il ricordo più bello? “Sicuramente le emozioni di fronte a paesaggi incantevoli, dal mare all’alta montagna, e le manifestazioni di solidarietà tra atleti nel superare le difficoltà durante i tratti di corsa in notturna. Ma la gioia maggiore è sicuramente quella vissuta all’arrivo ad Hendaye. La vista del mare e, finalmente, il traguardo, un risultato che ancora oggi sembra incredibile ad entrambi”, concludono i due atleti liguri.

Fonte “Gazzetta Dello Sport”