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La Spezia – Tre anni di programma, una riduzione del budget di circa 3 milioni (in piena linea con quasi tutte le squadre cadette). Tutti dentro la salary cap, ovvero 150 mila euro, bonus esclusi, per i giocatori. La meta di giocare il settimo anno in B, poi tutto quello che verrà in più sarà un guadagno. I giovani su tutto, ma anche ossatura di giocatori esperti, che sposino la causa.

Il dribbling alla Legge Melandri che diventa operativa dall’ 1 luglio . Ovvero una quota delle risorse destinata a sviluppare i settori giovanili, a valorizzare le categorie dilettantistiche, a sostenere la sicurezza degli stadi e a finanziare progetti sociali. Che tradotto, per lo Spezia, significa perdere 1,5-2 milioni di contributi. La necessita quindi di giocare con under 23 per recuperare con valorizzazioni e minutaggi.

Un mister ed un diesse nuovi, coraggiosi ed intraprendenti, ma anche una società più attenta alla sostenibilità aziendale, con una frase recitata dall’ad Lugi Micheli che è spot : «Non vogliamo essere il Real Madrid della B, e Volpi resta ambizioso ma con maggiore attenzione ai costi». Ecco tradotti, in poche righe, 55’ di conferenza stampa di ieri nella sala Rino Capellazzi del Ferdeghini , alla presenza dello stato maggiore del club.

Il presidente Stefano Chisoli, il vice ed oggi reggente della Lega di B Andrea Corradino, l’ amministratore delegato Luigi Micheli ed i due nuovi . A loro il compito di dare un’impronta ad un programma che si allineerà con quello della serie cadetta, non andando oltre la media, in costi e gestione, come avvenuto in questi anni. Passata ed incassata la spending review ,quello odierno è un cambio di stile più che di orizzonte. Visto però che non sempre chi spende di più vince, visto che la Spal va in A con metà del budget dello Spezia e che il Rijeka diventa campione di Croazia senza un solo euro della Social Sport, ecco che questo potrebbe essere il canovaccio buono.

Gallo ed Andrissi si presentano ricordando chi li ha preceduti con un gentleman agreement notevole (e Gallo in mattinata aveva anche telefonato a Fusco). «Una gran bella opportunità – racconta il nuovo mister- vogliamo ridare entusiasmo. Per me è motivo di orgoglio. Sono giovane, faccio fatica a chiamare Di Carlo un collega visto il suo passato , avevo un grande desiderio di lavorare nello Spezia. Quando sono andato via il sogno era solo ritornare. Esprimerò coerenza, correttezza, sentimento, sincerità, da me non sentirete mai cose che non esistono. Allenare i giovani ti da possibilità enormi, anche di sbagliare. Vengo dall’esperienza di Como, dura e formativa. Siamo in tanti come tecnici giovani e sono tanti i calciatori giovani che circolano in B. Giocare in Primavera non è la stessa cosa però».

La mano sul mercato la metterà soprattutto Gianluca Andrissi, una storia alle spalle, tutta nerazzurra, la necessità di staccarsi anche da dipendenze (Ausilio e Samaden che devono piazzare Di Gennaro e premono), la priorità al futuro: «La squadra sarà un giusto mix di ragazzi cresciuti nel vivaio, giovani all’altezza provenienti da club di Serie A e calciatori esperti che dovranno dare struttura al collettivo e contribuire alla crescita dei giovani. Il mercato? Facile convincere un calciatore a venire qui, possiamo fare le opportune valutazioni tra una vasta scelta di alternative, senza dimenticare che al momento abbiamo ben 30 calciatori in organico: dovremo capire bene le intenzioni dei più esperti, le loro motivazioni e la voglia di sposare questo progetto. Vogliamo ragazzi che diano tutto per lo Spezia».

Fonte “il secolo xix”