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Les Sables d’Olonne, 24 agosto 2016 –  NEI CANTIERI navali della Spezia durante la full immertion per mettere a punto la barca, quando gli chiedevano come vanno i lavori? rispondeva, orgoglioso «Alla grande…». Un’unica preoccupazione: «La barca mi prende troppo, devo stare attento a mantenere il passo con gli studi…». Ambrogio Beccaria è riuscito nelle due imprese: trasformare il mini 6.5 che aveva acquistato usato in Francia – e che ha chiamato «Alla Grande» – in un bolide; arrivare puntuale allo sprint finale del corso di laurea in ingegneria nautica al Polo «Marconi», con un valore aggiunto: aver dimostrato di essere una delle stelle nascenti della vela d’altura italiana. Ne fa fede il grande risultato centrato a Les Sables d’Olonne: secondo in classifica nella gara fra i 19 skipper solitari che si sono confrontati in una classica del circuito internazionale dei velisti più arditi (e squattrinati) che corrono su barchini di 6,5 metri di lunghezza, sulla via della transat, prevista il prossimo anno. «Alla Grande» ha tagliato per primo il traguardo della seconda tappa (di ritorno) Horta – Les Sables, impiegando 8 giorni, 11 ore 22 secondi e 50 centesimi. Alla sua prima esperienza in una competizione oceanica, Ambrogio Beccaria, giovane milanese 25enne ma spezzino di adozione per via della frequentazione del polo Marconi, con il suo Pogo2 – rigenerato e ottimizzato dopo 5 mesi di lavoro alla Spezia – ha portato a termine una regata entusiasmante che ha stupito appassionati ed esperti. Beccaria non è più una promessa ma una nuova realtà della vela italiana. Poteva essere il primo in assoluto, ma all’esito della classifica finale ha pesato una penalizzazione di 2 ore e 5 minuti per essere passato mezzo miglio all’interno della zona DST di Capo Finisterre (interdetta alla navigazione per i regatanti) durante la prima tappa Les Sables – Horta.

I due soli prototipi in gara hanno confermato la loro superiorità tecnica sui 19 mini di serie con Ian Lipinsky (Griffon Fr) seguito da Alberto Bona, sul mini che sfoggia sullo scafo le insegne di Promostudi La Spezia e che, nella messa a punto, ha visto all’opera un team di studenti e ricercatori del Polo. Insomma, dalla Francia arriva l’eco, potente, dei ’talenti’ velici italiani che intrecciano la loro storia col Polo spezzino, con l’effetto indotto di rendere ad esso un’ottima pubblicità.

Fonte “La Nazione”